
28 Apr “Non abbassiamo la guardia”, liceali contro il crimine del Falso
“Siamo nati nell’era della contraffazione ed è proprio per questo che abbiamo più strumenti per mantenere alta la guardia e non abbassarla mai nei confronti di una società prepotente e criminale”. Proprio perché più esposto ai pericoli e le illusioni del falso, sentono di avere più strumenti per affrontarlo. E’ con consapevolezza e lucido ottimismo che i ragazzi della IV H del Liceo Mercalli di Napoli rispondono alle sollecitazioni emerse nel corso del convegno promosso dall’Associazione Museo del Vero e del Falso “Il Vero e il Falso. Scenari e proposte per combattere la contraffazione” presso il Complesso conventuale di San Domenico Maggiore lo scorso 17.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Liceali contro il crimine del Falso: “Non abbassiamo la guardia”
La Sala del Capitolo del complesso conventuale di San Domenico Maggiore di Napoli ci ha ospitati per renderci partecipi di un convegno, “Il Vero e il Falso, scenari e proposte per combattere la contraffazione”, con scopo formativo ed informativo, grazie al quale abbiamo potuto prendere coscienza di realtà a molti di noi del tutto sconosciute.
Dopo l’introduzione dell’Assessore al Turismo e alla Cultura Comune di Napoli, Gaetano Daniele, del Presidente di Confindustria Campania, Costanzo Jannotti Pecci e del Presidente dell’Unione Industriali Napoli, Ambrogio Prezioso abbiamo assistito alla rappresentazione teatrale “Tutto quello che sto per dirvi è falso” dell’attrice del teatro civile e d’informazione Tiziana Di Masi, che ha catturato l’attenzione persino di chi, tra adulti e ragazzi, non si aspettava di essere coinvolto.
La performance di Tiziana Di Masi, basata su un’inchiesta giornalistica, ha evidenziato innanzitutto la pericolosità degli acquisti incauti, di dubbia provenienza servendosi non solo delle parole, ma anche e soprattutto di immagini dal forte impatto visivo.
L’attrice ha voluto iniziare offrendoci un esempio concreto di ciò che può accadere quando le conseguenze delle nostre disattenzioni si ripercuotono sulle persone a cui teniamo. Non a caso ha raccontato la storia di un bambino inglese che, dopo essersi addormentato sul divano, si e’ svegliato con un’infezione epidermica sul viso innocente, causata da agenti chimici usati nel trattamento antimuffa del divano. Altro caso eclatante mostrato da Tiziana Di Masi, è quello di un paio di scarpe cinesi, la cui suola contiene il cromo esavalente (sostanza estremamente cancerogena che a contatto con la pelle causa dermatiti croniche) in misura ben 10 volte superiore al limite previsto dalla legge.
Circondata da scatoloni, l’attrice ha interagito con gli spettatori presenti coinvolgendoli in varie esperienze, come per esempio quella di assaggiare due campioni d’olio e provare a distinguere l’autentico olio d’oliva da un prodotto contraffatto. Il messaggio veicolato in questo modo è risultato essere davvero efficace e ha colpito nel segno.
Abbiamo appreso, dunque, che alcuni dei prodotti alimentari migliori, delle eccellenze della tradizione culinaria italiana, sono soggetti a contraffazione. Per esempio, la conserva di pomodoro made in china viene venduta come italiana, l’olio etichettato e venduto come d’oliva è in realtà fatto di oli lampanti non adatti al consumo umano, la carne è agli ormoni, il pesce allevato in acque putride, il burro fatto di scarti.
Ma a chi ci si rivolge se questi alimenti non sono legali?
Gli imprenditori disonesti e la criminalità organizzata rovinano i nostri prodotti e marciano sulla nostra ignoranza, infatti il consumo critico è davvero difficile perché viviamo in una società in cui tutto è e deve essere rapido, di conseguenza non troviamo neanche il tempo di leggere una banale etichetta.
Tiziana Di Masi ha poi mostrato le immagini di alcuni capannoni alle porte di Firenze dove vengono confezionate false borse Balenciaga. Questa volta l’attenzione non era solo sul prodotto imitato ma anche e soprattutto sulle condizioni di vita “offerte” ai lavoratori che li confezionano.
Le borse vengono cucite in dormitori luridi, tra avanzi di cibo, rifiuti e topi. Un finto lusso è affidato a dei disperati. Questi prodotti etichettati come Fendi, Luis Vuitton, Gucci etc. possono essere comprati non solo sulle bancarelle dei mercatini ma anche in alcuni negozi gestiti da commercianti privi di scrupoli, garantendo alle organizzazioni criminali un guadagno altissimo su merce di pochissimo valore.
La contraffazione dei beni è un fenomeno più che diffuso nella società contemporanea, specialmente a Napoli, città ormai considerata patria del falso. La camorra approfitta della debolezza degli extra-comunitari che si vendono al crimine per assicurarsi almeno il minimo per sopravvivere.
Le persone disoneste e superficiali sono le principali cause del continuo sviluppo del fenomeno. Tutti coloro che continuano a comprare merce contraffatta, pensando esclusivamente alla convenienza economica, senza domandarsi il perché del prezzo ridotto di una borsa firmata Dolce e Gabbana o di un paio di Hogan, senza domandarsi a chi si stia pagando veramente, se al ragazzo straniero che lavora senza sosta per cercare di vendere il più possibile o al camorrista che ci guadagna smisuratamente. Il fenomeno è ulteriormente accentuato dal fatto che negli ultimi anni le persone, trovandosi in un momento di crisi, hanno capacità economiche ridotte e perciò, anche se malvolentieri, si trovano a dover fare acquisti di questo genere.
Nella lotta alla contraffazione il ruolo della magistratura e delle forze dell’ordine è fondamentale, tuttavia tale fenomeno non può essere sconfitto solo attraverso la repressione ma anche attraverso la cultura e la consapevolezza. Bisogna sensibilizzare e informare il più possibile la gente sui vari rischi che si possono correre, sia per quanto riguarda la salute della persona stessa, sia per ciò che concerne la salute fisica e “sociale” della comunità in cui viviamo. Chi compra il falso, infatti, molte volte non percepisce pienamente l’illegalità di questa sua azione, non comprende la portata del danno causato. Altre volte, invece, è spinto a fare ciò da un puro calcolo di convenienza o dal desiderio consumistico di possedere un oggetto considerato di prestigio, anche se falso.
Per sensibilizzare i cittadini l’ideale sarebbe diffondere l’informazione e accrescere la consapevolezza, come è avvenuto per noi al convegno sul Vero e sul Falso, ma in misura maggiore. Un’informazione capace di arrivare in casa di tutte le persone attraverso i mass media, attraverso la televisione. Inoltre, bisogna investire sui giovani, far prendere loro coscienza della possibilità di cambiare le carte in tavola. Noi ragazzi siamo nati nell’era della contraffazione ed è proprio per questo che abbiamo più strumenti per mantenere alta la guardia e non abbassarla mai nei confronti di una società prepotente e criminale.
Napoli 17/03/2017
IV H del Liceo Mercalli
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