L’Associazione e la lotta contro l’inquinamento ambientale della contraffazione

L’Associazione e la lotta contro l’inquinamento ambientale della contraffazione

L’Associazione ‘Museo del Vero e del falso’ e la lotta contro l’inquinamento ambientale della contraffazione

 

“Quando si parla di inquinamento si sottovalutano i rischi del mercato della contraffazione”. A evidenziare questo disagio è Luigi Giamundo, Presidente dell’Associazione Museo del Vero e del Falso.

“La nostra salute viene contaminata da anni e con costante intensità, da un’economia parallela che produce materiali ricchi di elementi chimici tossici e che poi brucia il materiale di scarto” – Prosegue Giamundo – “Il nostro impegno è quello di informare soprattutto i giovani, con tutti i canali a nostra disposizione, su quanto questo problema sia pericoloso e controproducente per la salute, per la stessa aria che respiriamo, per l’economia legale e l’occupazione”.

L’inquinamento è strettamente correlato al mondo sommerso della contraffazione. Bisogna fare i conti con una realtà spesso sottovalutata, sia perché a molti non conviene trattare questo tema, sia perché le politiche non riescono ad intervenire in modo più incisivo.

Il lavoro costante delle forze dell’ordine attraverso i quotidiani sequestri di merce contraffatta, non basta per arginare i danni generati dal fenomeno.

L’invito dell’Associazione Museo del Vero e del Falso è chiaro e diretto: serve una comunicazione globale capace di modificare la percezione del fenomeno nelle menti dei consumatori.

I criminali riescono a falsificare qualiasi bene di consumo, in Italia il settore dell’abbigliamento resta il più contraffatto. Il connubio contraffazione – criminalità – inquinamento dei capi e del terreno – danni alla salute, non viene interiorizzato dalla cittadinanza come un legame così distruttivo per il benessere collettivo.

Uno dei vari motivi per cui ancora notiamo roghi di materiale tossico nelle nostre terre è proprio questo: aziende criminali per evitare i costi di smaltimento bruciano il materiale di scarto con benefici sui costi e favorendo la crescita della vendita di prodotti falsi, non a norma, dannosi sia per la nostra salute che per lo sviluppo delle aziende che operano nel rispetto della legalità.

Un motivo in più per pensarci due volte quando acquistiamo un prodotto falso. La contraffazione costa alle imprese italiane 24 miliardi l’anno, pari al 3,2% dell’export, con 3,8 miliardi di mancato guadagno soltanto per la manifattura fashion.(Dati Ocse).

Il ministero dello Sviluppo Economico ha nuovamente sottolineato che la tossicità viene prodotta non solo con i roghi ma anche nelle fasi produttive: le ammine aromatiche, ad esempio, sono delle sostanze liberate dai coloranti durante le fasi produttive e il successivo utilizzo dei capi d’abbigliamento.

Queste ammine, assorbite a livello cutaneo, possono avere effetti cancerogeni soprattutto nei confronti della vescica. Inoltre, in particolari condizioni, come la sudorazione, i residui dei numerosi trattamenti subiti dai capi di abbigliamento vengono a contatto con la nostra pelle, che li assorbe e metabolizza, con l’eventualità di provocare l’insorgenza di dermatiti allergiche da contatto.

La Dermatite Allergica da Contatto (DAC) è una patologia e dal 4 al 10% degli italiani manifesta episodi, più o meno importanti, di dermatiti irritative (eczema, bolle) o allergiche.

Nello specifico gli agenti responsabili di tali disturbi sono i prodotti di fissaggio, i coloranti, i metalli, la gomma e le colle. Anche i candeggianti ottici, i biocidi, i ritardanti di fiamma e altri agenti sono occasionalmente riconosciuti come sostanze che possono scatenare allergie.

 

Amedeo Zeni

 

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